LA DELIBERA FIORENTINA SUL BLOCCO DEGLI AFFITTI BREVI NEL SITO UNESCO
Il 2 ottobre 2023 il Consiglio comunale di Firenze ha stabilito il blocco per l’avvio di nuovi affitti brevi nell’area Unesco della città.
La delibera, che si è basata su una variante del regolamento urbanistico attraverso l’introduzione nella categoria “residenziale” dell’uso di “residenza temporanea”, ha come principali caratteristiche:
- il divieto pro-futuro di nuove locazioni brevi nell’Area Unesco della città;
- l’incentivo costituito dall’azzeramento triennale dell’IMU (Imposta Municipale Unica) sulla seconda casa per i proprietari che, non destinatari del divieto in quanto già locatari di affitti brevi, optino per un contratto di locazione di durata standard.
Non ha stupito l’immediato ricorso collettivo al Tar della Toscana da parte, fra gli altri, di Codacons e di Apartments Florence che hanno richiesto la sospensiva della Delibera. Il provvedimento del Comune di Firenze è divenuto tuttavia operativo secondo l’iter procedurale previsto e per decisione del TAR è rimasto vigente in attesa dell’udienza fissata – alla luce dei necessari approfondimenti – per il 9 maggio 2024.
La Delibera ha chiari limiti intrinseci. Il primo riguarda la sua azione non retroattiva che ne limita fortemente l’impatto in termini di riequilibrio fra residenzialità e turismo in una situazione già fortemente compromessa. L’altro limite riguarda la delimitazione del divieto alla sola area Unesco, una perimetrazione che potrebbe determinare una dilatazione a macchia d’olio del fenomeno nelle zone limitrofe. Si tratta in ogni caso di limiti inevitabili considerata la situazione normativa attuale, in cui – a fronte del vuoto normativo sotto il profilo della regolamentazione – si impone un limite d’autonomia ai Comuni che sono (o forse in qualche misura si sentono) privati di ogni capacità deliberativa per la regolamentazione del fenomeno.
Il caso esemplare di Firenze segnala come nella situazione attuale i Comuni siano tenuti, qualora motivati ad agire, ad esplorare e ricorrere alle leve – pur se non ottimali – che di caso in caso possono essere attivate in base alle norme vigenti a livello regionale e locale.
Per l’insieme di questi motivi l’esito della decisone del TAR toscano sulla Delibera fiorentina è quanto mai atteso anche per il suo significato simbolico complessivo e il suo possibile valore d’incentivo.