Comunicato Stampa: i “lucchettoni” contravvengono l’art. 109 del TULPS e il loro uso sarebbe perseguibile

Apprendiamo da un importante quotidiano romano che secondo il Campidoglio (la fonte non viene meglio specificata) la diffusissima pratica dei cosiddetti “lucchettoni” per l’accesso con check-in da remoto negli appartamenti adibiti ad uso turistico non sarebbe contrastabile dal Comune a causa di un vuoto normativo.

Un’asserzione delle nostre autorità locali che ci stupisce e ci deprime. Segnaliamo quindi all’anonimo referente pubblico di cui si riporta il parere nell’articolo che l’uso dei lucchettoni è finalizzato a “liberare” il proprietario dell’immobile, o l’agenzia incaricata, dalla necessità di accogliere gli ospiti e dall’obbligo di verificarne in presenza documenti d’identità. Un alleggerimento che contrasta con quanto dettato dall’art. 109 del TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) che obbliga anche i gestori di strutture di accoglienza non convenzionali a dare alloggio esclusivamente a persone munite di carta d’identità o di altro documento idoneo ad attestarne l’identità (per gli stranieri extracomunitari è sufficiente l’esibizione del passaporto o di altro documento equivalente in forza di accordi internazionali) purché munito della fotografia del titolare.

Una verifica obbligatoria che evidentemente non può essere fatta da remoto, sulla base di documenti preventivamente inviati per via elettronica, di cui non è possibile verificare la corrispondenza con la persona ospitata.

Se ne deduce che la norma per il divieto dell’uso dei “lucchettoni” esiste, e che non si limita a semplici problemi di decoro. Non attiene, come riportato dal quotidiano, alla possibilità o meno di rimuoverli da parte delle forze dell’ordine a seconda di dove collocati, ma alla capacità delle autorità amministrative locali di esercitare il necessario e doveroso controllo sulle modalità illecite di esercizio, che nel caso specifico attentano al legittimo diritto alla sicurezza dei cittadini residenti nei singoli condomini, e non soltanto.

Ci si chiede dunque come mai il Comune di Roma non provveda a procedere con la massima urgenza a forme di controllo adeguate a sbaragliare nei tempi più rapidi questa forma palese di aggiramento di una importante norma nazionale, sia essa espressione o meno del dilagante fenomeno dell’abusivismo extralberghiero. 

Già lo scorso 26 settembre, dopo aver raccolto oltre mille adesioni di cittadini romani, il GRoRAB ha inviato al Sindaco di Roma Roberto Gualtieri una lettera con la richiesta di un incontro finalizzato alla definizione di un Regolamento degli affitti brevi nella città di Roma, che si può e si deve fare anche in assenza di una normativa nazionale. Alla lettera non abbiamo ancora ricevuto risposta, ma siamo fiduciosi che possa ancora arrivare. Fenomeni e omissioni di questa natura rendono a nostro avviso una chiarificazione sul tema ancor più urgente.

Roma, 25/10/2024

GRoRAB – Gruppo Romano Regolamentazione Affitti Brevi

grorab2023@gmail.com